Fare SEO è un atto d’Amore

Comunicare è un atto d’amore.
Salvatore Russo

Questo è il commento che Salvatore Russo fece a un post che pubblicai su Facebook dopo aver letto SEO&CONTENT, il libro che ha realizzato insieme ad Ale Agostini, con il contributo di grandi professionisti del marketing italiano, che affronta l’evoluzione nei prossimi tempi di molti ambiti del digital marketing come: SEO, content marketing, user experience, monetizzazione, social media marketing, email marketing e web analytics.

Ho sempre pensato alla SEO, e a tutto ciò che ci ruota intorno, come qualcosa di molto tecnico, fatto di regole da rispettare ed etichette da applicare.
Quello di cui invece parla il libro di Salvatore è la mentalità da adottare prima di tutto per comunicare, e poi fare SEO, content marketing, user experience, pensare alla monetizzazione, elaborare social media strategy o strategie di mail marketing, oppure fare web analysis.

Da qualche anno volevo partecipare al SEO&LOVE, l’evento dedicato agli innamorati del digital marketing che ha fatto da ispirazione a SEO&CONTENT.
Il 10 febbraio 2018 ho finalmente avuto la possibilità di fare un salto a Verona per partecipare all’edizione 2018.

Posso definire SEO&LOVE come un meraviglioso e grande spettacolo, che tra musica, sorrisi, parole, baci e abbracci, luci, colori e tanto divertimento, mostra a imprenditori, professionisti e appassionati, i cambiamenti che la comunicazione digitale sta attraversando.

Anche se quando si parla di SEO vengono subito in mente una serie di complicati schemi e regole da rispettare, l’argomento principale del SEO&LOVE 2018 secondo me è stata proprio la comunicazione: quella serie di messaggi e contenuti senza i quali forse è possibile indicizzare e posizionare un sito sul web, ma non è possibile indirizzare le persone all’acquisto o all’azione e soprattutto entrare nei logo cuori.

Di seguito trovi gli interventi che ho ritenuto più significativi!

SALVATORE RUSSO
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Salvatore Russo, oltre a essere un bravissimo marketer con le mani sporche di codice e un gran comunicatore, è il Fiorello del digital marketing. Tra simpatici sketch, interviste e riflessioni sul digital marketing, ha saputo tenere il palco e intrattenere una platea gremita di SEO lovers per circa 9 ore, basandosi sui tre principi nei quali crede e porta avanti da sempre:

– Comunicare la tua identità;
– Coinvolgere il pubblico;
– Convertire ogni opportunità.

L’intervento di Salvatore è partito da due riflessioni di Philip Kotler, considerato uno dei più grandi guru del management e il maggior esperto al mondo nelle strategie di marketing:

1. Più siamo online e più abbiamo bisogno dell’offline.
2. Più riceviamo informazioni online e più siamo distratti. Ci fidiamo, invece, sempre di più di amici e parenti.

Queste parole devono far riflettere su come l’offline sia importantissimo per l’online.
Infatti le relazioni online che funzionano e che generano risultati concreti sono quelle che hanno un riscontro anche offline. Non a caso tendiamo a fidarci di più del consiglio di una persona che conosciamo anche nella vita reale, come un parente o un amico, piuttosto che dell’opinione di un semplice contatto su uno dei tanti social network.

Da qui l’importanza degli eventi, quelli che fanno incontrare e conoscere persone nella vita reale, sviluppare nuove idee e comunicare informazioni che siano utili.

L’event marketing è l’insieme di azioni volte promozione delle pubbliche relazioni che negli ultimi anni si sta sempre di più affermando come un valido strumento a sostegno del perseguimento degli obiettivi economici e sociali dell’azienda.

Secondo alcune ricerche , il 24% del budget marketing di un’azienda oggi è destinato all’organizzazione o alla partecipazione a eventi.

fonte https://blog.bizzabo.com/

Salvatore Russo definisce un evento come un blog offline che da la possibilità di creare un contesto nel quale inserire contenuti, contenuti di cui le persone possono fruire, proprio come avviene per un blog.

Mentre offline abbiamo la possibilità di coinvolgere un pubblico eterogeneo, composto da persone anche di età diverse, chi sono i destinatari più probabili del contenuto che andiamo a creare online?

I Millennials, ovvero i nati tra i primi anni Ottanta e l’inizio degli anni Duemila, sono la generazione maggiormente legata a internet, e quindi la più grande fetta di pubblico che si può raggiungere online.

Cosa vogliono i Millennials?

Le loro esigenze possono essere riassunte in tre parole:

– Di più
– Adesso
– Insieme

I Millennials vogliono sapere di più riguardo il prodotto che acquistano: vogliono conoscere come viene realizzato il prodotto, se è nocivo per la salute, se rispetta l’ambiente e la vita dell’essere umano. Questa generazione è quindi più attenta e scrupolosa nella ricerca di informazioni online, alla quale dedicano molto tempo.

Un’altra caratteristica dei Millennials è quella di essere sempre connessi ad internet e avere accesso a ogni tipo di informazione in qualsiasi momento.

“Insieme” è la parola che definisce meglio i Millennials: vogliono condividere, e non solo sui social network. Sono i più grandi sostenitori della sharing economy, quell’economia basata sulla condivisione di prodotti e servizi, come avviene per l’abbigliamento usato o i servizi di bike sharing, car pooling, ecc.

PIERO ANGELA
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Per il SEO&LOVE 2018 è stato istituito il Premio COMUNICATORE UNIVERSALE.
Ne sono stati assegnati due. Il primo è andato a Piero Angela.

L’intervento video dello storico conduttore di Super Quark si è concentrato sull’importanza che hanno oggi la comunicazione e l’educazione per affrontare un mondo ricco di opportunità, ma anche di problemi. Ed è la scuola, secondo lui, a dover insegnare ai giovani che tipo di mondo troveranno quando usciranno dalle aule.
Una scuola che, però, in Italia non ne parla, o ne parla in maniera poco approfondita. Stesso dicasi per giornali e televisioni.

La comunicazione risulta una componente essenziale per capire un mondo che cambia, per comprendere ciò che dobbiamo sapere e come orientarci, per prendere le tante opportunità che questo mondo globale ci offre.

Ai giovani Piero Angela lascia un messaggio:

“Cercate l’eccellenza e non accontentatevi delle cose. Andate avanti in modo positivo, ma sapendo che si può sempre fare meglio: si può trovare un’idea in più o leggere un libro in più per avere l’eccellenza. Perché l’eccellenza è quella che conta davvero oggi, la vera carta vincente che può fare la differenza.”

L’intervento si è chiuso parlando di riqualificazione continua, altra componente molto importante, sia del mercato del lavoro sia dello sviluppo economico, perché se il mondo cambia, noi dobbiamo precederlo, non essere in ritardo sui suoi cambiamenti.

MARIANO DIOTTO
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Un’altro interessante intervento è stato quello di Mariano Diotto, Direttore del Dipartimento di Comunicazione dell’Università IUSVE.

L’argomento è stato il brand positioning, ovvero quel processo che mira a costruire la percezione che i consumatori avranno di un brand.

Lo scopo del brand positioning è la memorizzazione del brand da parte del cliente.

Secondo Diotto la comunicazione di un brand, per essere efficace e avere un grande impatto sul pubblico, deve lavorare sulle emozioni delle persone. Il messaggio deve essere costruito intorno a qualcosa che il cliente già conosce: un archetipo.

La regola del 3 è di sicuro il più classico degli archetipi!
E’ qualcosa che abbiamo imparato sin da bambini: ricordi quando i tuoi genitori ti dicevano “Ora conto fino a 3!”?

Una parola, un suono, un’immagine, un colore, un elemento grafico, se ripetuti tre volte sono più facilmente memorizzabili.

GIOVANNI RANA
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Il secondo Premio COMUNICATORE UNIVERSALE è stato assegnato a Giovanni Rana.

Come Mike Bongiorno, anche il Signor Rana può essere considerato uno dei più grandi rivoluzionari del modo di fare comunicazione e marketing in Italia.
In un momento storico in cui gli spot pubblicitari a tema food avevano come protagonista la massaia che prepara il pranzo o la cena, Giovanni Rana decide di metterci la faccia.

Negli anni ’90 convince i suoi pubblicitari a farlo diventare il protagonista degli spot della sua azienda. Il motivo riguarda la rassicurazione che riesce a dare al pubblico la sua figura di produttore e artigiano della pasta.

Ma il momento più importante di questo intervento, quello che mi ha fatto davvero commuovere, secondo me è stato quando Giovanni Rana ha raccontato di aver rinunciato a vendere parte della sua azienda a grandi come Nestlè o Barilla, per lasciarla al figlio. In lui vedeva passione per quel lavoro, la passione giusta per portare avanti l’azienda e trasformarla in qualcosa di ancora più grande.

Questo perché niente di grande al mondo è stato fatto senza passione.

PAOLO IABICHINO
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Direttore Creativo di Ogilvy & Mather, Paolo Iabichino è il professore che avrei voluto tanto avere nella mia vita. E’ quel tipo di persona che riesce ad aprirti gli occhi sulla realtà rompendo gli schemi attraverso i quali sei abituato a vedere.

Il suo intervento parte dalle tante etichette che di solito si applicano nel marketing, e soprattutto nel web marketing. Etichette alle quali prima o poi si dovrà rinunciare: con il passare del tempo sarà sempre più difficile definire in maniera univoca un settore di questo ambito, viste le numerose variabili e sfumature che lo caratterizzano e lo caratterizzeranno sempre di più.

Bisognerà rinunciare a tutto quel vocabolario un po’ belligerante usato nel marketing e web marketing, composto da parole come ad esempio “target”.

Quello che secondo Paolo Iabichino bisogna fare è riprogrammare tutto il lavoro che ruota attorno a questo settore ripartendo dalla sua semantica fondamentale.
Infatti, anche se “target” e “pubblico” possono sembrare parole che esprimono la stessa cosa, in realtà rappresentano due concetti completamente diversi, che prevedono due approcci completamente diversi.

Quando pensiamo alla parola “target” quello che ci viene subito in mente è qualcosa di simile a un’operazione militare: prendi la mira, spara, abbatti, conquista!
Quando invece pensiamo a “pubblico” ci viene in mente l’applauso, il consenso.

E il consenso cos’è? Reputazione! E la reputazione cos’è? Profitto!

E’ proprio la reputazione di un’azienda a determinarne il successo o il fallimento!
Quello che le aziende dovrebbero fare oggi, secondo Paolo Iabichino, non è tanto cercare di raggiungere la testa dei motori di ricerca ma entrare nei cuori delle persone.

Infatti le imprese migliori oggi sono quelle che creano valore per la società, risolvono i problemi del mondo, hanno un impatto sul collettivo e portano avanti una sostenibilità vera.
Sono le imprese che prendono posizione, invece di pensare a posizionarsi sul mercato, quelle che abbracciano le tensioni sociali, invece degli insight o degli analytics.

Una delle aziende che ad esempio stanno procedendo in questa direzione è Budweiser, birra simbolo degli USA, la più bevuta dal popolo americano.
Durante il Superbowl del 2017 manda in onda uno spot pubblicitario che racconta la storia del suo fondatore, un immigrato tedesco negli Stati Uniti. Una storia che vede come protagonista il sogno americano, al quale il neo eletto presidente Donald Trump è totalmente contrario.

Quello che stanno facendo aziende come Budweiser non è andare controcorrente, ma provare a comunicare a un pubblico completamente diverso.

L’intervento di Paolo Iabichino si chiude parlando proprio di questo nuovo pubblico.
Si tratta dei Millennials, ma non intesi come li ha descritti Salvatore Russo.
Per Iabichino i Millennials sono uomini e donne di ogni età che hanno semplicemente voglia di un mercato diverso. Sono quelli che sfidano il vecchio, quelli che se ne fregano dei banner pubblicitari e dei portali che hanno come unica logica di sostenibilità la raccolta pubblicitaria.
Sono quelle persone che si avvicinano alle aziende che mettono in circolazione messaggi rilevanti, pertinenti, che impattano sul mercato in maniera diversa, che cambiano i comportamenti.
Sono le persone che scelgono quali marche portare nelle loro vite, perché in qualche modo le rappresentano.

IRENE COLZI
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Irene è tra le più famose fashion blogger che ci sono in Italia!
Sui social network è seguita da più di MEZZO MILIONE di persone, ma quando la incontri nella realtà ti dà l’idea solo di una simpaticissima ragazza dall’accento toscano alla quale piacciano la moda e i viaggi.

Pur avendo aperto il suo blog di moda (Irene’s Closet) nel 2009, periodo in cui neanche si sapeva cosa fosse una fashion blogger o un’influencer, e avendo alle spalle centinaia e centinaia di collaborazioni con brand del calibro di Samsung, Renault, Asos, Prada, Ferragamo, Canon, Yves Saint Laurent, Dior e Coca Cola, Irene Colzi è una persona di grande umanità.

Anzi è proprio la sua umanità, unita a un grande lavoro e a una grande dose di determinazione, ad aver determinato il suo successo sul web.

Durante il suo intervento sul palco del SEO&LOVE non parla solo della sua vita da influencer, di placement di marchi o prodotti sui social network, oppure di cosa significa fare l’ambassador per un brand, ma anche di cyberbullismo e di come sia difficile per chi è agli inizi della sua carriera sul web doversela vedere con gli haters.

Secondo Irene, i passi da fare per avere successo sul web sono:

1. Puntare sulla qualità dei contenuti

Non solo delle fotografie o dei video, ma anche dei testi, per distinguervi e farvi notare in un mare di contenuti dove pochi puntano alla qualità.

2. Rinnovarsi sempre

In un mondo che corre, come quello di Internet, tenersi aggiornati e rinnovarsi sempre è molto importante, per trovare sempre il modo per comunicare con il proprio pubblico e non perdere mai di vista il futuro.

3. Essere onesti

Se sei un influencer e vuoi mantenere un buon rapporto con il tuo pubblico, devi essere onesto.
Quello che lega il pubblico a un influencer è la fiducia. Se questa componente manca è difficile che ci sia un seguito.
Proprio perché c’è questo rapporto di fiducia, è necessario essere abbastanza trasparenti, e indicare sempre quando si sta sponsorizzano un prodotto.

4. Il personaggio alla lunga stanca

Quando lavori sul web devi cercare di essere il più possibile te stesso. Le facciate costruite alla lunga diventano insostenibili, non solo per te ma anche per il pubblico che ti segue.
Costruendo un personaggio rischi infatti di diventare noioso, ripetitivo o addirittura fastidioso!

SALVATORE ARANZULLA
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Salvatore Aranzulla è il campione italiano dei contenuti tecnologici, oltre ad essere il miglior SEO del bel paese.

Qualunque ricerca uno effettui su Google riguardo un problema tecnologico, aranzulla.it sarà sicuramente tra i primi risultati di ricerca.
Il motivo di questo successo deriva dal grande lavoro effettuato su questo sito dal team di Salvatore.

L’intervento di Aranzulla all’edizione 2018 del SEO&LOVE si è concentrato sulle caratteristiche tecniche che deve avere un sito web per vedere i propri contenuti posizionati tra i primi risultati di Google.

Infatti, quando si costruisce un sito, molti si concentrano sull’idea piuttosto che pensare agli aspetti tecnici, che invece hanno un’importanza pari a quella dei contenuti.

Le domande rivolte da Salvatore Russo sul modo di fare SEO dell’Aranzulla Nazionale sono state molte. Di seguito trovi quelle che ho trovato più interessanti.

– Quale struttura dovrebbe adottare per un sito web?

La caratteristica di un buon sito web è quella di avere una struttura che permetta all’utente di raggiungere ogni parte del sito stesso con soli 3 click.

– Come trovare le keyword con cui scrivere gli articoli?

Tra gli strumenti suggeriti da Salvatore Aranzulla ci sono l’autocomplete di Google e Ubersuggest.

– Come strutturare un articolo per i motori di ricerca?

Anzitutto è preferibile affrontare macro-categorie.
Infatti agli occhi di Google è meglio realizzare un unico articolo che affronta un determinato tema in maniera generica per poi andare nello specifico con dei sottoparagrafi, piuttosto che scrivere 20 articoli sui vari aspetti dello stesso tema.

Ad esempio, è meglio realizzare un unico articolo che illustra tutti i modi per fare gli screenshot con diversi dispositivi, piuttosto che realizzare un articolo su “Come fare lo screenshot da pc “, uno su “Come fare lo screenshot da mac”, uno su “Come fare lo screenshot da IOS”, e così via.

Un altro aspetto importante è la lunghezza degli articoli.
Secondo l’esperienza di Aranzulla, gli articoli che si posizionano meglio su Google sono quelli che vanno dai 10.000 ai 20.000 caratteri.

– Ogni quanto bisogna aggiornare gli articoli?

Un articolo con informazioni aggiornate ha più possibilità di posizionarsi tra i primi risultati di ricerca. L’aggiornamento di un articolo andrebbe fatto ogni sei mesi o un anno.

Se vuoi maggiori informazioni sul metodo applicato da Salvatore Aranzulla, leggi anche ——> Come essere Salvatore Aranzulla

FRANCESCO DE NOBILI
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L’intervento di Francesco De Nobili, consulente di Digital Marketing e docente dell’Università di Bologna, inizia con una riflessione sul ruolo e l’importanza che ha oggi la tecnologia.
E’ proprio grazie alla tecnologia che noi oggi abbiamo la possibilità di migliorare il nostro tempo, gestendo le cose in maniera più efficiente.

Tuttavia il rapporto che oggi abbiamo con la tecnologia è molto strano: se da un lato ci aiuta a risparmiare tempo, dall’altro può imprigionarci in una dipendenza che fa esattamente l’opposto.

L’uso corretto ed efficace della tecnologia nella realizzazione di un progetto di Digital Marketing deriva dall’impostazione che si sceglie.

Per far comprendere meglio questo concetto al pubblico del SEO&LOVE, De Nobili fa il paragone con quelli che sono i passaggi da seguire per la realizzazione di una casa.

Se avessi ereditato un terreno edificabile e avessi i soldi necessari per costruirci sopra una casa, da dove partiresti? Dalla scelta dell’arredamento? Credo proprio di no!

Molto probabilmente la prima cosa che farai sarà raccogliere tutte le informazioni riguardanti il terreno, e poi contattare un architetto per farti realizzare un progetto. Dopodiché passerai a contattare l’impresa che realizzerà effettivamente la casa.

Lo stesso ragionamento deve essere seguito per la realizzazione di un progetto di digital marketing: prima di iniziare con la costruzione di un sito web, l’avvio di una serie di Campagne Google Adwords o la realizzazione di contenuti per i social nework, quello di cui hai bisogno è una strategia che tenga in considerazione non solo gli obiettivi di business, ma anche tutti quei dati che sono alla base del progetto stesso.

ANDREA SALETTI
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Quello di Andrea Saletti, Web Marketing Manager, è stato un intervento incentrato sulle scelte che ogni giorno ci ritroviamo a compiere sul web.

Secondo un vecchio adagio: “Una pagina web vincente è quella che sa fornire la migliore soluzione al problema del suo utente.”

In realtà in un web dove siamo sempre più bombardati da informazioni è sempre più difficile farsi notare e far capire all’utente che noi abbiamo la soluzione che fa al caso suo.

L’attenzione è l’elemento che ci permette di fruire di un contenuto.
Ma l’attenzione è anche una risorsa limitatissima in ognuno di noi.

Quando costruiamo dei contenuti, che sia una pagina di un sito web o il post per i social, la comunicazione deve essere costruita in modo che l’elemento più importante, la famosa soluzione al problema, sia esattamente dove l’attenzione del vostro cliente finisce.

L’attenzione può essere veicolata, anche contro quello che è il nostro istinto.

Se andiamo a interpretare la frase precedente sotto il segno dell’attenzione, diventerebbe più o meno così: “Una pagina web vincente è quella che sa catalizzare l’attenzione dell’utente verso la migliore soluzione al suo problema.”

Siamo esseri emozionali che pensano.

L’utilizzo della logica e la capacità di prendere una decisione dipendono dalla nostra capacità di provare emozioni.

Secondo alcuni studi, chi ha meno capacità di emozionarsi troverà più difficoltà nel prendere una decisione rispetto a chi sceglie seguendo un’emozione, perché si perderà in una serie di ragionamenti cercando di capire quale sia l’opzione migliore.

Qualsiasi scelta noi compiamo quindi parte sempre da una scintilla emozionale. Se non esiste una scintilla emozionale non siamo in grado di scegliere.

Quando il nostro cervello non ha punti di riferimento, tende a basarsi comunque nelle proprie scelte su meccanismi di ancoraggio che magari non hanno nulla a che fare con quello che stiamo per scegliere.
Per risparmiare tempo e risorse il nostro cervello interpreta il mondo utilizzando scorciatoie cognitive pre-impostate che spesso derivano da esperienze pregresse.

In questo modo il contesto influenza ampiamente le nostre decisioni.

A questo punto del suo intervento al SEO&LOVE, Andrea Saletti porta alcuni esempi con i quali prova a spiegare in che modo il contesto emozionale in cui è inserito il messaggio influenza le nostre decisioni.

Esempio:

Davanti a due confezioni dello stesso identico prodotto con lo stesso identico prezzo, una con l’etichetta “scontato del 30%” e una con l’etichetta “50% di prodotto gratis”, quale sceglieresti?

Molto probabilmente quella con scritto “50% di prodotto gratis”. Questo perché preferiamo avere un maggior guadagno a parità d’investimento.

Regola n1:
Costruisci la tua comunicazione basandoti sempre sui valori numerici più alti.

Esempio:

Quale frase risulta più efficace?

– “Quanto saresti disposto a pagare per un hosting che ti promette meno dell’1% di disservizi in un anno?”

– “Quanto saresti disposto a pagare per un hosting che ti promette in un intero anno più del 99% di raggiungibilità garantita?”

Il vantaggio che noi proponiamo è lo stesso, ma il valore cambia a seconda di come lo proponiamo.

Quando il nostro cervello ha a che fare con qualcosa che non conosce, cerca di aggrapparsi a qualsiasi informazione ci si avvicini, anche se non c’entra nulla, solo per formulare una scelta.

Non scegliamo una cosa per il suo reale valore ma per il contesto in cui ci vengono proposte.

Regola n2:
Fornisci sempre un punto di riferimento che renda più alto possibile il valore percepito della tua offerta.

Esempio:

Prendiamo tre bibite e mettiamole vicino: una bibita piccola a 2 euro, una media da 4 e una poco più grande a 5 euro.
Quella a 4 euro diventerà improvvisamente più invitante agli occhi delle persone al momento dell’acquisto. Perché? Perché vicino ha un altro punto di riferimento, la bibita da 5 eruo, in questo caso svantaggioso. So a priori che la bibita da 5 euro sarà la scelta meno effettuata in assoluto, ma serve per valorizzare quella centrale.

Regola 3:
Se possibile fornisci 3 opzioni di scelta al tuo utente, una delle quali palesemente meno vantaggiosa delle altre.

Concludendo il suo intervento al SEO&LOVE, Saletti completa la frase con cui aveva iniziato, in questo modo: “Una pagina web vincente è quella che sa catalizzare l’attenzione dell’utente verso la migliore soluzione al suo problema, nel contesto emozionale più motivante.”


Il SEO&LOVE è come fare un giro sulla ruota panoramica del digital marketing, per osservare le migliori strategie SEO e le più efficaci tecniche di comunicazione online per generare opportunità di business.

Ho sentito Salvatore Russo, founder e direttore creativo, e mi ha detto che l’edizione 2019 del SEO&LOVE sarà all’insegna dell’umanità aumentata. Si parlerà di ironia, creatività, diversità e inclusività. L’intelligenza artificiale incontrerà l’intelligenza emotiva.

La location sarà il prestigioso Palazzo della Gran Guardia, nella bellissima piazza Bra proprio di fronte all’Arena. Ci sarà una grande novità: il 1 marzo ci saranno 4 workshop che anticiperanno i temi affrontati nell’evento del 2 marzo. Prosegue la collaborazione con Redoro che, con un team di chef pluripremiato, delizierà tutti i partecipanti con un pranzo indimenticabile.

Nell’era della post-verità è fondamentale offrire esperienze significative come quelle che si vivono al SEO&LOVE, lo show con l’informazione attorno. Ci saranno baci, abbracci, affermati professionisti e imprenditori di successo che condivideranno il loro know wow.

Un evento da non perdere!